Viene chiamato Puntì, in Mestà, l'atrio interno della casa circondato dalle pareti delle stanze della stessa o delle abitazioni vicine e generalmente fornisce accesso ai tetti delle stanze.

Le continue incursioni catastrofiche di pirati e conquistatori dopo il sesto secolo d.C. costrinsero gli abitanti che vivevano in insediamenti sparsi nella zona circostante a costruire il castello di Mestà con case contigue che avevano muri comuni. È significativo che anche oggi, salendo su uno dei tetti (aksàto), si può accedere a quasi tutti i tetti delle case del paese.

Il ruolo di Puntì e del tetto accessibile, in queste condizioni residenziali, era multidimensionale. Oltre a rappresentare una via d'accesso per l'illuminazione e la ventilazione delle case diventava anche un luogo per svolgere svariati lavori (pulizia di mastica, sbucciare ed essiccare le mandorle, i fichi, lavaggio dei vestiti, ecc.) e in una zona di ritrovo quando il tempo era buono.